L'isola del tesoro

Dalla copertina:
Jim Hawkins e John Silver tra formazione e morale
In genere, L’isola del tesoro viene considerato un romanzo di formazione. E in effetti può esserlo, soprattutto se consideriamo il personaggio del giovane Jim Hawkins, il quale vive un’avventura che lo “trasforma” in un uomo. Ma ciò che rende il libro interessante è il fatto che contiene elementi inusuali: basti pensare al personaggio di Long John Silver, usato dall’autore per descrivere l’ambiguità della morale. Questo pirata non è né completamente buono né completamente cattivo: così, nonostante la sua brutalità e i suoi vari tradimenti, non si può fare a meno di provare simpatia per lui, perché in lui c’è anche un fondo di bontà. Oppure, viceversa, non si può fare a meno di disprezzarlo, perché, pur essendo gentile e disponibile, è un soggetto torbido, che pensa sempre e solo a se stesso.
È lui la figura cruciale, che ci ricorda l’immensa varietà di sfumature di grigio che ci sono tra il bianco e il nero.

Cosa dicono le libraie di Pensieri Belli?
Nelle alette ad apertura e chiusura compaiono, rispettivamente, le prime righe del testo originale e la contestualizzazione del romanzo. È inoltre presente un'introduzione che analizza la storia e la sua nascita e riassume in breve la vita dell'autore.
L'isola del tesoro è la storia di un ragazzino sveglio e intelligente e di un pirata ambiguo. Libro divertente da non perdere in particolare per chi ama le avventure dei pirati.
Età consigliata: dai 8 anni.